Psicologo inglese. Dopo aver prestato
servizio come ufficiale nell'esercito britannico, si accostò alla
psicologia e studiò con W. Wundt (1904) a Lipsia e successivamente a
Würzburg, Gottinga e Berlino. Insegnò all'University College di
Londra dal 1911 al 1931. A
S. si deve l'elaborazione di un nuovo metodo
correlazionale, l'analisi fattoriale, consistente nell'analisi delle possibili
correlazioni fra più variabili, riconducibili a uno a più fattori
comuni. Applicando tale metodo alla misurazione dell'intelligenza,
S.
affermò che ogni attività cognitiva viene a essere influenzata da
un fattore generale (detto
fattore g) o da fattori specifici relativi al
particolare compito affrontato. Da qui la denominazione di
teoria
bifattoriale dell'intelligenza. Posteriore fu la scoperta dell'importanza di
attitudini specifiche, da
S. denominate
fattori di gruppo. Tra gli
altri contributi si ricordano l'interpretazione, sulla base delle idee sopra
esposte, dell'evoluzione della storia della psicologia, nonché vari
apporti al metodo correlazionale (
coefficiente di correlazione di S.).
Tra le sue opere citiamo:
L'intelligenza generale determinata e misurata
oggettivamente (1904);
Le capacità umane, loro natura e
misurazione (1927) (Londra 1863-1945).